I pionieri del genere investigativo
Edgar Allan Poe, il primo vero autore di trame poliziesche, nel 1845, pubblicò alcuni racconti, come The murders in the rue Morgue e The mystery of Marie Rogêt, in cui Auguste Dupin, il primo detective della letteratura gialla, si serve del ragionamento analitico per far luce su alcuni orribili delitti. L'importanza di Edgar Allan Poe sta, principalmente, nell'aver dato forma ad un particolare tipo di racconto che verrà assunto a modello da gran parte degli autori successivi, i quali ne riprenderanno alcune tecniche narrative, come, ad esempio, innocenti sospettati e scagionati all'ultimo momento grazie ad un detective dilettante che mostra la propria superiorità intellettuale sulla polizia ufficiale, grazie anche alla presenza di un compagno, di una spalla, meno perspicace, utile solo a valorizzare ancor di più la sua genialità. Sarebbe certamente legittimo chiedersi come mai il giallo nasca proprio in questo periodo, a metà del XIX secolo. Riconosciuta, chiaramente, la genialità di Poe, bisogna anche dire che i tempi stanno cambiando, la stessa società è cambiata. All'esaurirsi del Romanticismo, si sviluppa un forte bisogno di razionalità, di scientificità e di riconciliazione con la materia. Il Positivismo si sta affermando, Darwin porta avanti i suoi studi sull'evoluzione della specie; Lombroso, grande criminologo, enuncerà di lì a poco le sue teorie sulla delinquenza. È, dunque, tutto un panorama che sta mutando, ed essendo Poe figlio del suo tempo, non ne rimane estraneo. L'impulso a quella che potrebbe essere definita la futura forma del giallo viene dalla Francia ad opera dello scrittore Émile Gaboriau che trasforma la short-story di Edgar Allan Poe in vero e proprio romanzo, mentre dall'Inghilterra Wilkie Collins vi fa entrare le emozioni. Se, per esempio, in The murders in the rue Morgue Poe ci spiega come un delitto viene messo in atto, ossia il procedimento razionale del detective senza porsi un minimo interrogativo sul perché venga commesso un omicidio, o quali siano gli impulsi sconosciuti che possono muovere una mano criminale, in The moonstone (1868) di Collins “prevale la suspance di individuare il colpevole fra i vari personaggi di volta in volta sospettati, la reazione psicologica di essi davanti al reato” e ci pone di fronte all'“inconoscibilità da parte di ciascuno della vera personalità degli altri”(1).
(1) DEL MONTE A., Breve storia del romanzo poliziesco, Bari, Editori Laterza, 1962, p. 95