2011
5
Lug
Memorie di un venditore di libri


Pagg.77 Euro 9,00
Marsilio Editori
Un meeeting di trenta scrittori a Vienna
e un viaggio a Madrid, guidati da don Procolo Falanga, sui libri, sul perché
non si vendono, ma restano soltanto le rese ammucchiate nei depositi delle case
editrici. Pubblicato, nel 2000 per la raccolta “Disertori”, pubblicata dall’Einaudi,
questo piccolo libro, saggio-romanzo, viene riproposto oggi e conserva non solo
una freschezza narrativa non comune, ma affronta un tema di scottante
attualità: i libri che non si vendo; perché? Franchi fa dire ad un protagonista
del suo racconto “E libri nun se vendono: Ma nun è che nun se vendono mo’. E i
libri nun se venduti maie”. Il protagonista, don Procolo, è un vecchio venditore
di libri, pessimista, a tratti cinico, ma dal fiuto infallibile nel capire se
un volume diventerà, o meno, un best-seller. Gli bastano pochi indizi per
capire se un libro avrà, o meno, successo ed invita gli scrittori, ed in modo
particolare i poeti, a non scrivere per evitare fallimenti umani ed editoriali.
Franchini, esperto del settore, è l’edito della Mondadori al quale si deve, fra
l’altro, la scoperta di Paolo Giordano e la scelta del titolo del romanzo “La
solitudine dei numeri primi”, mette in evidenza la nostalgia del passato
quando, specie al Sud, i libri si vendevano presso le rivendite di tabacchi, i
negozi di generi alimentari, i barbieri, mentre, oggi, la situazione editoriale
stenta a decollare. Franchini lascia intendere che tutti scrivono, ma pochi
leggono libri (un concetto che lo scrittore comisano Gesualdo Bufalino aveva
spesso esternato) e non acquisendo un bagaglio culturale, danno ,o vogliono
dare alle stampe, volumi di pessima qualità e il suo è anche un atto d’accusa
verso il mondo editoriale per la facilità con la quale pubblica romanzi
destinati al macero. Giustamente, da editor e da scrittore, Franchini non dà
soluzioni su cosa e come scrivere romanze, poesie o saggi, ma invita i
potenziali scrittori a lasciar perder a meno che non posseggano strumenti
culturali adeguati e siano in grado di offrire storie innovative. Con questo
libro, l’autore cui aiuta a conoscere meglio la figura del venditore di libri,
un mestiere certamente difficile rispetto al passato, ma oggi più che mai, in
considerazione che la vendita dei libri, prodotti come altri, è affidata non
più alle botteghe, che l’autore rimpiange, sono le pagine piu’ poetiche del
libro,ma alla grande distribuzione.
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:: Giuseppe Petralia
Giuseppe Petralia è giornalista pubblicistica dal 1984. Recensisce il primo libro ''Intervista sul socialismo italiano a Pietro Nenni'' a 18 anni, intervista apparsa sul periodico “Proposta Socialista”. Inizia a scrivere sulle pagine di ''Trapani Nuova'' e diventa, sempre nel 1981 corrispondente da Partanna (Trapani) de ''Il Giornale di Sicilia''. Collabora da dieci anni al periodico ''Il Belìce'', con recensioni di libri e articoli di cronaca e di politica. Ha collaborato con il periodico ''La Notizia-In'' e per quanto riguarda il web con il sito dello scrittore Antonio Messina, con www.belice.it e con libri.brik.it. Ha collaborato con recensioni ed interviste con la scrittrice Francesca Mazzucato e con ''I libri della settimana'' di Giancarlo Macaluso sul sito www.gds.it. Ha intervistato, fra gli altri, Vanessa Ambrosecchio, Simona Vinci, Domenico Cacopardo, Marco Vichi, Luca Di Fulvio, Ivan Cotroneo, Gabriella Imperatori, Paola Mastrocola, Grazia Verasani, Pietro Spirito, Teresa Ciabatti, Simona Corso, Alessandra Montrucchio, Enrico Remmert, Alessandro Perissinotto.
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