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2011
5
Mag
L’incantesimo della Buffa
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Pagg.206 Euro 18,00 Marsilio Editori
Ritorna, dopo anni di impegno politico, l’autrice di
Ninna Nanna del lupo e di L’albero di giuda, i suoi libri piu’ famosi. Ambienta
questo romanzo nel paesino siciliano di Roccazzelle dove esiste una comunità
che, nonostante la guerra, continua a vivere credendo nelle sue tradizioni
popolari, come l’incantesimo della buffa( lo sguardo della femmina del rospo
che fissa un ragazzo non lo fa piu’ crescere). Un microcosmo popolato da
diversi personaggi come Marena che, morta prematuramente la figlia Marianunzia,
trascorre le giornate al cimitero, o la coppia di becchini Agostino, “venuto
dal mare” e Toni, o il vice podestà Agnello che si aggira per il paese a bordo
di una potente macchina cercando di riciclarsi, una volta terminata la guerra,
con i vincitori. Su tutti emerge la storia d’amore fra Gesù, cresciuto in un
orfanotrofio, nipote di Marena e Toni, una ragazza cieca che vive in una villa,
figlia di una tedesca e di un gerarca fascista. Storia d’amore fatto di mare,
di dolcezza, di sensualità, nel tentativo di dimenticare le loro storie
familiari infelici, sono entrambi orfani di madre, mentre siamo alla vigilia
dello sbarco americano che libererà il pese e l’Italia dal fascismo , terribile
la frase del padre di Tea, “ gli ebrei vanno bruciati perché non hanno odore”.
Ma vi è questo ed altro ancora nel libro della Grasso:la povertà, l’ignoranza,
la rassegnazione, la superstizione, la natura fatta di fichidindia, il sole, la
luna, il gelsomino che cresce nelle adiacenze della baracca di Agostino che è
uno dei personaggi piu’ riusciti nel libro perché il ricordo del suicidio di
Giacomino, dentro un convitto, lo tormenta e lo rende una persona diversa dalle
altre. Ancora una volta, la scrittrice siciliana, che dimostra di amare
l’Isola, ma di detestare il potere, dimostra d essere dalla parte degli umili,
degli infelici, dei derelitti di verghiana memoria. Oltre la trama narrativa
costruita molto bene, quello che caratterizza il romanzo non è solo la trama,
ma lo stile narrativo, unico, inimitabile. La Grasso si avvale di un registro stilistico particolare:una scrittura infarcita di frasi in italiano e in dialetto
siciliano, con riferimenti ai miti. Una lingua particolare , già in passato
oggetto di studi da parte di filologi, che fa della Grasso, allieva di
Gianfranco Contini, una scrittrice unica nel panorama letterario italiano.
Diverse le scene altamente poetiche che fanno vibrare il lettore. Un libro
che coniuga felicemente la trama con uno stile particolare. Un libro di dolore,
di rabbia, di pietas.
Giuseppe Petralia
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:: Giuseppe Petralia
Giuseppe Petralia è giornalista pubblicistica dal 1984. Recensisce il primo libro ''Intervista sul socialismo italiano a Pietro Nenni'' a 18 anni, intervista apparsa sul periodico “Proposta Socialista”. Inizia a scrivere sulle pagine di ''Trapani Nuova'' e diventa, sempre nel 1981 corrispondente da Partanna (Trapani) de ''Il Giornale di Sicilia''. Collabora da dieci anni al periodico ''Il Belìce'', con recensioni di libri e articoli di cronaca e di politica. Ha collaborato con il periodico ''La Notizia-In'' e per quanto riguarda il web con il sito dello scrittore Antonio Messina, con www.belice.it e con libri.brik.it. Ha collaborato con recensioni ed interviste con la scrittrice Francesca Mazzucato e con ''I libri della settimana'' di Giancarlo Macaluso sul sito www.gds.it. Ha intervistato, fra gli altri, Vanessa Ambrosecchio, Simona Vinci, Domenico Cacopardo, Marco Vichi, Luca Di Fulvio, Ivan Cotroneo, Gabriella Imperatori, Paola Mastrocola, Grazia Verasani, Pietro Spirito, Teresa Ciabatti, Simona Corso, Alessandra Montrucchio, Enrico Remmert, Alessandro Perissinotto.
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