Turkemar
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Forse, date le dimensioni, definirlo romanzo è un po' eccessivo (qui si parla di neppure un centinaio di pagine in un comodissimo - ma ridotto - formato pocket), ma questa è l'unica tirata d'orecchie che mi sento di dare a Turkemar, seconda fatica letteraria di Simone Sarasso. Sia per la scelta (che non si può non apprezzare) di una pubblicazione che segue la filosofia supportata anche dalle Creative Commons (si è autorizzati a riprodurre in qualsiasi forma il testo - parzialmente o totalmente - a patto di non farlo per scopi commerciali - riportando questa clausola), sia per lo stile frizzante, scorrevole e moderno, sia per il taglio complessivo che l'autore è riuscito a dare alla storia, sia, infine, per il prezzo di soli 6,5 euro che consentono di portarsi a casa un libro curato e accattivante anche al di là della narrazione tout-court (belle le illustrazioni tra la premessa e l'inizio del testo vero e proprio).
Ma cos'è Turkemar? Una biografia, che porta il titolo - involontariamente storpiato - di una marca di sigarette, e che Sarasso è riuscito a miscelare con (alcuni) elementi fantastici, e ad impostare con bei dialoghi e ottime descrizioni - rapide, ma d'atmosfera. Il tutto per fare rivivere un'epoca attraverso personaggi di una scena musicale complessa e affascinante com'era quella italiana tra gli anni '40 e gli anni '60, con il ritmo sincopato di un bignami-jazz - che sa focalizzare sugli elementi più sonori della vita del protagonista, tratteggiandone appena altri. Facendo prevalere la mano dell'artista, in una storia altrimenti già impostata, e costruendo così un racconto davvero gradevole che si apprezza dalla prima all'ultima pagina. E lo dico sottolineando come il fatto che il protagonista sia il bocia, Nando, noto ai più come Fred Buscaglione, da solo non sarebbe bastato per ottenere un'opera così gradevole. Qui è la mano di Sarasso che pizzica le corde - componendo per somma di parti come se davvero si fosse davanti ad un brano musicale - e c'è da alzarsi in piedi. Perché la sperimentazione e la tecnica, l'ironia, e l'inventiva in questo caso compongono davvero un bel sound, che rimane in mente anche a luci spente. E da un buon pezzo non si può chiedere di più.