Parente di Nessuno
Commenti ((Massimiliano Parente - Alberto Gaffi Editore - www.gaffi.it)
Massimiliano Parente è certamente uno dei critici più interessanti e arguti nel panorama nazionale. Un suo pregio è quello di essere un lettore vorace, e ciò in tempi in cui si pretende di fare critica letteraria senza aver letto le opere, è già una grande conquista, un profondo segno distintivo.
Il suo libro diverte moltissimo perché sembra non conoscere ostacoli, incertezze o timori reverenziali nei confronti di nessuno. L’ironia feroce e lo spirito dissacrante, caustico colpiscono i totem indiscussi della nostra letteratura, da Tabucchi a Baricco, fino a Cotroneo, letteralmente messo alla berlina con il riuscito tormentone del ‘Cotron Club’…
Questo libro raccoglie due anni di miei articoli scritti per il Domenicale, perché, essendo uno scrittore e non un giornalista, credendo nel romanzo e non nelle opinioni, ho trovato utile raccogliere questi scritti polemici facendone, come Musil, delle pagine postume pubblicate in vita; perché disprezzo le opinioni, persino le mie, e l’unico modo per neutralizzarle è dargli la forma solida di un libro.
Certo, non mancano le esagerazioni: va bene rispettare le opinioni altrui, ma scrivere che Aldo Busi ha pubblicato capolavori come Vendita galline chilometri due e Cazzi e Canguri è francamente ridicolo.
Piace in ogni caso la demistificazione, ma soprattutto lo sbeffeggiamento, operata dall’autore nei confronti di tutti gli scrittori inseriti nello sterminato universo dei blog (esilaranti le pagine su Rossana Campo), così come si apprezza il suo tentativo di riportare tutti, ma proprio tutti, giù per terra.
Di sicuro sono molti coloro che non esiterebbero a definire semplicisticamente (e ingiustamente) Parente un critico acido, insofferente, nichilista. Niente di più sbagliato. E’ del resto lo stesso autore a preservarsi fin dall’inizio da certe critiche, mettendo in guardia il lettore sulla natura del proprio scritto (anche se con il paragone con Musil rischia di darsi la zappa sui piedi, o di prestare ai suoi possibili detrattori le stesse armi che egli stesso dispiega contro di loro.)
Quello di Parente è un universo che abbraccia vari campi, non solo quello letterario. A lungo andare si ha l’impressione di sentirgli un po’ il fiatone, ma forse questo è solo il limite di operazioni del genere, quelle appunto tese a trasformare in un monologo brillante e arguto i brani sparsi di una critica periodica. Il rischio, sempre in agguato, è che tutto ciò si trasformi in un soliloquio un po’ tedioso, o, peggio ancora, in un inutile parlarsi addosso. Probabilmente, però, ha ragione Parente quando scrive nell’introduzione:
… alla fine, nella ragione e nel torto, condivido un pensiero di Walter Siti, tratto da un suo bellissimo libro, secondo cui, appunto, “è inutile perdere tempo a discutere con gente che, cent’anni al massimo, sarà morta. Discutere è un’ossessione necrofila ”.