L'Orizzonte

Il campanile si fa sentire con i suoi vigorosi rintocchi e l'orologio segna mezzogiorno. Assonnati e intontiti dai postumi del sabato sera ci apprestiamo a fare colazione in un chiosco della spiaggia mentre il resto del paese si prepara a pranzare. Tra quei tavolini affollati di giovani corpi che si trascinano per raggiungere la spiaggia, tra fisici scolpiti e disegnati incalzati dal ritmo di una radio che sembra non dover tacere mai, risalta tra tutti noi un uomo. La sua schiena è curva, la fronte increspata ed i pochi capelli sono bianchi . Le sue mani rugose non hanno molti anelli, ma impugnano in modo deciso un raffinato bastone di legno scuro forse il miglior compagno delle sue passeggiate. I pantaloni chiari e la camicia a quadri grandi ne denotano l'eleganza, tradita forse da un orologio vecchio il cui valore sta negli orari che ha già segnato piuttosto che nel materiale di cui e' composto. Il respiro è profondo e lungo, ma non sembra infastidito dalla musica o dal caldo. Gli occhi stanchi ed acquosi puntano il mare, sembra apprezzare in modo particolare il movimento delle onde di cui sembra riesca a percepire lo scroscio.