La doccia
L'acqua della doccia era gelata. Presto sarebbe diventata calda ma io non potevo aspettare.
Mi sentivo sporca. Dappertutto.
Sentivo ancora le sue mani su di me.
L'odore del suo fiato, il suo corpo.
Mi stavo spellando ma ancora avvertivo su di me le sue mani ruvide.
Il peggio era dentro di me.
Non riuscivo a pulirmi. Davanti o dietro.
Lo sentivo là dentro, non c'era verso, non riuscivo a farlo sloggiare da lì.
Le mie lacrime scendevano miste all'acqua.
Mi aveva tirato i capelli li aveva attorcigliati al collo. Li lavai sino a quando finii lo shampoo.
Non riuscivo a levare le sue impronte da lì. Le sue dita le sentivo nei miei capelli, che trascinavano la mia testa verso di lui.
Per poco non svenni.
Le mie viscere cercavano di espellerlo, ma avvertivo che si solidificava in me.
Proprio qui in fondo alla gola, sentivo come una pietra ingrandirsi.
Non riuscivo ad ingoiare.
Tutto quello che potevo fare era stare sotto la doccia e sentire l'acqua gelata che riempiva la mia bocca.
Il mio seno avvertiva ancora le sue mani stringerlo. E più in basso... vomitai e tremai, no, non per il freddo.
Non funzionava ... sentivo le sue mani sulle mie braccia. Scattai fuori dalla doccia, lasciando l'acqua scorrere. I miei capelli bagnati frustarono le mie spalle come lame.
I miei capelli.
Non sono più i miei capelli.
Le sue mani li stanno ancora tirando.
Avevo passato due anni a farli crescere così, le mie mani raggiunsero le forbici.
Poi le mie mani passarono sulla mia testa rasata.
Le mie mani, non le sue, le mie, almeno lo avevo eliminato definitivamente dai miei capelli.
Guardai le forbici nelle mie mani.