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Sono in un ristorante, con Andrea. E' uno dei migliori ristoranti di Bologna, e, per quel che ne so, anche uno dei più cari. Ci sono già venuta una volta, tempo fa, quasi per caso, ma dopo aver pagato il conto, mi sono ben guardata dal tornarci. Il mio è uno stipendio da impiegata, e anche se mi piace molto mangiare, non posso permettermi certi lussi. Però, per noi stasera è un'occasione speciale, Andrea ha avuto una promozione al lavoro, ed è contento come non lo vedevo da mesi. Anch'io sono contenta, sono contenta per lui, perché se lo merita, Andrea si impegna davvero nel lavoro, ed è una persona molto intelligente, capace e precisa.
Brindiamo e cominciamo a mangiare. Abbiamo ordinato carne alla griglia con un contorno di patate al forno e di verdure, poi, per lui un sorbetto al limone e per me un mascarpone. Lo guardo mentre mangia, ha un'espressione distesa, soddisfatta.
In fondo, forse un po' lo invidio, io non ho le stesse soddisfazioni che ha lui nel lavoro. Bisogna anche dire però che mi impegno meno, e che tutto sommato non mi interessa fare carriera, per me è più importante avere delle buone relazioni con le persone con cui lavoro, e quelle direi di averle.
Però, io ho sempre desiderato avere un bar, non fare l'impiegata, solo che poi le cose sono andate così.
Quando ero più piccola, e ancora studiavo, in estate andavo ad aiutare mia zia nel suo ristorante al mare. Mi occupavo soprattutto del bar, e mi piaceva molto. Mi piaceva l'odore del caffè, il profumo delle paste fresche alla mattina, il rumore della lavastoviglie. Mi piaceva anche parlare con i clienti, immaginare che lavoro facevano e che vita avevano.
Mi piaceva conoscere i vini, riconoscere quelli buoni da quelli scadenti, abbinarli ai cibi, e alla sera, preparare gli aperitivi e i cocktail.
Poi però, mi sono mancati i soldi e anche il coraggio per avviare un'attività tutta mia, sono andata a lavorare in un'azienda poco dopo la maturità , e da allora, quello è il mio lavoro.
Non che non mi piaccia, anzi, tutto sommato sono contenta, però quando entro in un bar, ecco, spesso mi guardo intorno con attenzione, guardo i tavolini, gli specchi, annuso l'odore del caffè, e mi immagino dall'altra parte del bancone. Chissà , magari un giorno…
“A che pensi?†Mi chiede Andrea.
“A niente di particolare, sono contenta per te Andrea!â€
“Grazie, anch'io lo sono…â€
Mi prende la mano e me la tiene stretta per alcuni secondi, poi riempie i bicchieri per un brindisi.
...continua...