I Dove si espongono i prodromi del caso.
- Serve una carrozza, signori?- Un vetturino dall'aspetto trasandato, ci venne incontro all'uscita della stazione ferroviaria di Norwitch, mentre il sole già spariva all'orizzonte, lasciando nel cielo terso delle stupende striature rossastre.
Gli cedemmo volentieri una parte dei nostri bagagli, che egli s'affrettò a sistemare sulla carrozza, dopodiché, partimmo per la grande e fangosa strada principale.
Il fresco della sera aveva un effetto corroborante per i nostri nervi, così, io ed il dottor Betsinger, ci ritrovammo piacevolmente rilassati a godere del panorama che la boscaglia ai margini della carreggiata concedeva, respirando a pieni polmoni l'aria buona della campagna.
- Hai idea di cosa ci attenda?- disse il mio amico, mentre, con un caratteristico gesto del pollice, s'apprestava a caricare la sua pipa con del forte trinciato indiano.
Lo fissai con un sorriso.
-Il signor Bettiscombe non è stato prodigo di parole, caro Arnold. Sembra, comunque, che l'intera vicenda nella quale stiamo per imbatterci sia sorretta da un'oscura maledizione di famiglia. Di più, non saprei dirti. Del resto, al convegno di Monsieur Le Courvier c'erano troppi sciacalli e valeva la pena mantenere un contegno discreto; cosicché non ho azzardato ulteriori delucidazioni, ed ho solo promesso che avrei intrapreso questo viaggio! - Gli risposi.
- Hai fatto bene. Renier non ti ha tolto gli occhi di dosso per tutta la durata della riunione, e non credo che ciò fosse dovuto ad una forma di attrazione amorosa! - Riprese Arnold, dando fuoco alla pipa.
-Già , proprio così. Quell'uomo è così desideroso di mettersi in mostra che non esiterebbe a pagare, pur di soffiarci un caso! -
Arnold sghignazzò, facendo vibrare i folti favoriti grigi:
-Renier potrà pagare qualunque cifra…questo è sicuro. Ma, ha la stoffa per fare questo lavoro? Sino ad ora, si è trovato a stretto contatto con ciarlatani che lo hanno stordito d'illusioni e sono pronto a scommettere che, se si trovasse innanzi ad uno spettro, se la farebbe nei pantaloni! -
Annuii convinto, poi rivolsi il mio sguardo verso il finestrino, piacevolmente accarezzato dalla fresca aria della campagna. L'oscurità stava a poco a poco cancellando dalla nostra vista i declivi montuosi appena avvolti dalla bruma, unici confini della vasta radura boscosa che ancora ci circondava.
Trassi dalla tasca del cappotto il foglietto che, pochi giorni prima, mi aveva consegnato il signor Rodger Bettiscombe: con linee sottili e molto precise, vi aveva vergato lo schizzo della strada che stavamo percorrendo, segnando con un cerchio il punto in cui avremmo dovuto svoltare per giungere alla sua dimora ancestrale.
Si trattava di una biforcazione che divideva a metà la strada maestra: proseguendo sulla destra, si sarebbe giunti a Cobenhom, un piccolo villaggio esclusivamente popolato da agricoltori, mentre prendendo la sinistra, ci si addentrava ancora di più nella foresta, seguendo un vecchio sentiero ancora molto trafficato dai commercianti diretti verso le grandi città del sud.
Diedi una voce al vetturino, gli bastò un'occhiata rapida allo schizzo e fece cenno di aver compreso, dopodiché frustò i cavalli, aumentando l'andatura.
Imboccammo un largo sentiero in terra battuta, quasi completamente avvolto da querce ed enormi faggi secolari; le foglie di questi alberi formavano un tappeto color ruggine sul quale le ruote della carrozza non producevano il minimo rumore.
...continua...