Il lustrascarpe di uno dei migliori locali d'America
L'avete mai sentita la storia di Paul Metista? Se non l'avete sentita non siete mai stati nei migliori locali americani allora o forse non siete ma stati in America. Potrebbe anche darsi che siate sordi o magari pensate che i migliori locali americani scintillino di luci blu e verdi e abbiano due tizi di colore in giacca all'entrata che controllino come sei vestito. No, vi sbagliate, io non parlo di quei locali americani, quelli per me sono i peggiori, vi sto invece raccontando di locali come il “Monkey Mou”, il “Tacoma Frank's Spirits”, il “Tommy & Conny Villani”, quelli che ti servono la colazione su un piatto di ceramica graffiato e strausato e ti ci schiaffano sopra patatine e salsa, spezzatino di pollo e tre uova, augurandoti una buona colazione dopo averti stappato una Budweiser ghiacciata. Quelli sono locali! Quelli sono l'America, amici, e te lo ricordano con tanto di bandiera a stelle e strisce e slang di quello veloce e tutt'attaccato. Ovviamente anche lì ti fanno un sacco di domande come i tizi neri dei peggiori locali, ma quando te le fanno tu sei già entrato da un pezzo e sei seduto al bancone aspettando il momento giusto per infilare dieci dollari nelle mutande di quella sgualdrina che vi sventola il sedere in faccia scalciando sul Rock degli Aerosmith.
“Da dove vieni amico?” ti dicono.
“South Lake”
E poi ripetono quello che tu dici: “South Lake, già” e bevono un sorso di birra. Di solito ognuno di loro ha un parente, un amico o una puttana che si è scopato proveniente dal posto da cui voi dite di provenire. Non importa se siete Cinese, Europeo, Africano o del Sud della California, quelli, belli miei, una cosa da dirvi riguardo le vostre parti ce l'hanno sempre, anche se non si sono mai mossi dal loro quartiere.
“Già, già, South Lake”, dice il tipo tutto muscoli e con una camicia rosa che non riesce a portare con disinvoltura, quasi avesse a dosso un Frak.
“Mi sono scopato una di South Lake! Cosa cazzo ci fai a Mentone, amico?”
Non si deve per forza rispondere, è ovvio, ma se non lo si vuole fare, allora me lo chiedo anch'io: cosa cazzo ci fate a Mentone da Tommy&Conny Villani?
“Sono un lustrascarpe”.
Essere un lustrascarpe non è un buon motivo per starsene a Mentone e neanche per stare seduto su una seggiola al bancone di uno dei migliori locali americani ma… noi stavamo parlando di Paul Metista all'inizio: non è così? Bene, il lustrascarpe in questione è lui, mentre il tizio che fa le domande, invece, si chiama Monsoon di cognome.
Rideva, Monsoon, sembrava avesse ingoiato un San Bernardo e che quello cercasse di uscire dal suo stomaco:
“Ma che cazzo di lavoro è, amico? Mi stai prendendo per il culo?”
“No” dice Metista, “prendo due dollari, uno per scarpa”.
Monsoon ha zittito il San Bernardo adesso, anzi, lo annaffia con un po' di Budweiser e poi fa mezzo giro con lo sgabello mostrando gli stivali.
“Fammi camminare per vie luccicanti, piccola fiammiferaia” dice.
Paul Metista risponde: “No, non così”.
...continua...