2011
30
Mar
O terra, dammi ali
di Nunzio Festa
Commenti (
75 poesie
a cura di Gianmario
Lucini
Edizioni Cfr
(Sondrio, 2011)
pag. 104, euro
12.00
Giuro, è faccio un
mea culpa – se questo (non) risentisse di religione - , che non conoscevo prima
di “O terra, dammi ali” il poeta trentino, di madrelingua olandese ma che ha
vissuto a Roma, Tunisi, Valsugana ecc., Arnold De Vos. Poeta che, mi pare ora
di capire, s'è dedicato interamente alla composizione dei versi. Fermando,
insomma, il suo lavoro d'archeologo. E già questo, a mio avviso, è un buon
motivo per conoscere o saperne molto di più di De Vos. S'è parlato, (Lucini,
curatore anche d'una monografia di Arnold De Vos, Puntacapo), di “un vago
richiamo a François
Villon”, per la poesia di questa straordinaria penna “migrante” e “nomade”.
L'italiano, già definito “superbo” di De Vos raggiunge il culmine della vita,
ovvero s'interessa della corporeità e della terra, o persino delle terre, e
sente per risentirne a pieno, delle vivacità dell'amore, del sesso universale;
ma non ci piace, in questa sede, rifarci alla tematica omoerotica, seppur
questa condisca, anzi mescoli le gioie e le pene del discorso del poeta. I
versi di Arnold De Vos, liberi e molto più che spregiudicati, ricorrono la
sfera del piano armonico e disomogeneo della fugacità del tempo. Quando questo,
perfino, c'intacca. Per equilibrarci, o, in sostanza, affaticarci a forza di
spostamenti. Le poesie di questa nuova silloge, che riprende tra l'altro il
flusso di creazioni antiche e date, sorge al fine di smascherare il vissuto.
Renderlo, finalmente, riflessione interiore e organizzazione, passiamoci il
termine. La musicalità antilirica di De Vos spinge ad affrontare temi che,
grazie al rafforzamento dal linguaggio puro, permessi nell'essere
inconcepibili, accantona le promiscuità d'una dramma spesso accentuato e dunque
falso d'altri poeti e poetesse, di ieri come d'oggi. Con la scoperta di De Vos,
che è simile al raggiungere il compimento d'una novità, fitta d'esperienza, che
avevamo sotto gli occhi e non vedevamo, ci pare d'aver trovato un nuovo autore
da studiare, meglio amare. Con la certezza che siamo davanti a poesie crude.
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