2010
29
Dic
Non fare la cosa giusta
di Nunzio Festa
Commenti (
Perdisapop
(Bologna, 2010)
pag. 240, euro
15.00
L'informatore medico scientifico Claudio
Roveri, personaggio principale del nuovo romanzo di Alessando Berselli “Non
fare la cosa giusta” e personaggio chiave per la letteratura dell'autore, un
personaggio a prima vista soddisfatto e rimborsato dalla vita, ma è anche un
personaggio perfettamente costruito dalla società contemporanea: in quanto
contemporaneamente personaggio razzista, indifferente; una delle figure,
Roveri, che parecchio piacciono, per esempio, al grande narratore Carraro. Non
secondariamente a tutto il resto, infatti, possiamo certamente asserire che
molte situazioni e sentimenti espressi da Berselli sono fatti della stessa
carne putrefatta voluta da Andrea Carraro. Infine persino la scioltezza della
prosa. Insomma Claudio Roveri odia zingari e punkabbestia, per esempio, e allo
stesso tempo cura il gelo della sua famiglia. Fino a quando, però, mentre scopa
con una dottoressa che da tempo corrispondeva le sue voglie, colpevolmente, si
scoprirà, non risponde a un tentativo di chiamata sul cellulare. Infatti era
sua figlia che cercava, disperatamente, di chiedere aiuto e sostegno a un padre
che comunque non sentiva affatto vicino e con il quale normalmente non
dialogava affatto. Dunque, quasi improvvisamente, e il “quasi” è più che
d'obbligo, Roveri è costretto innanzitutto a scoprire cosa significa veramente
la vera solitudine. La trama porta chiaramente chi legge a stretto e intenso
rapporto con i personaggi, prima di tutto, poi asseconda ogni volta, al di là
degli effetti scenici, di sperimentare qualche piccolo piacere d'originalità
assoluta. In fondo Berselli non racconta niente di strano. Eppure che un
qualcosa in più nel nuovo romanzo di Berselli. Dopo aver letto il Paolo
Graziani di “Io non sono come voi” questa è proprio un'altra faccia, comunque e
sempre, della realtà che stiamo vivendo. Disquisizioni sui realismi a parte.
Alessandro Berselli, ricorrendo nuovamente a un linguaggio privo di alchimie e
finemente puro, si ferma nella mente delle ambientazioni e del frutto delle
ambientazioni: degli uomini. Facendo, narrando, con una narrazione a tratti
addirittura impeccabile, quasi dispetto alla società. Ovvero attingendo forza
dalle lanterne per la ricerca invece che abbandonandosi come avrebbe potuto
alle massicce dosi di riflettori. Il calore prodotto è forte. E bisogna stare
molto attenti, perché dopo il frenetico caldo arriva l'insopportabile gelo.
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