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2010
9
Mag
L’eutanasia del cane e del gatto
Commenti (
Verso un accompagnamento consapevole
Rho (Milano), Impronte di luce, 2009
Dopo
Amici fino in fondo – Riflessioni e consigli di un veterinario per
accompagnare i nostri amici a quattro zampe negli ultimi giorni di vita
(Firenze, Editrice Aam Terra Nuova, 2007²), Stefano Cattinelli ha dato alle
stampe L’eutanasia del cane e del gatto – Verso un accompagnamento
consapevole, volumetto che si ricollega all’opera appena citata, ma da
un’angolazione diversa.
Il
disegno di copertina è di Vania Pellizzon e Paola Mazzetti, cui si devono anche
le illustrazioni che accompagnano il testo; le tabelle relative agli
antidolorifici di sintesi, in appendice, sono del dott. Andrea Sergiampietri.
Come
anticipato, vi sono frequenti punti di contatto tra Amici fino in fondo e
L’eutanasia del cane e del gatto (li accomuna una facile lettura, perché
il messaggio giunga chiaro e immediato), ma è opportuno fare una distinzione: mentre
il primo libro risultava incentrato per lo più sugli aspetti emotivi legati
all’ultima esperienza terrena concessa con il proprio animale, questo secondo volumetto,
invece, insiste maggiormente sul “pensiero”, l’oggettività, la razionalità che
devono guidare la persona nell’individuazione di quei segnali, dati incontrovertibili,
tramite i quali il cane o il gatto può esprimere le sue “ultime volontà”.
L’autore
si sofferma sul ciclo perfetto tratteggiato dall’esistenza dell’animale. A tal
riguardo sorge spontaneo rispolverare le parole espresse, sulla Chow-Chow di
Marie Bonaparte, da Sigmund Freud (rammentiamo che la sua Jo-Fi era sorella di
Topsy): «Le vere ragioni del fatto che si possa amare così profondamente un
animale come Topsy: affetto privo di qualsiasi ambivalenza, la semplicità della
vita libera dai conflitti della civiltà così difficili da sopportarsi, la
bellezza di un’esistenza perfetta in se stessa».
Stefano
Cattinelli traccia percorsi solo in parte ripercorribili dal lettore poiché,
come a più riprese sottolinea egli stesso, ognuno deve seguire le tappe della
propria evoluzione spirituale. Tra i punti su cui alcuni lettori potrebbero
dissentire, per esempio, talune considerazioni riguardanti come gli animali si
pongano al servizio di tale evoluzione.
Sulla
scia di Thomas Mann, nel linguaggio comune e nel comune sentire l’espressione Cane
e padrone può avere accezioni positive, ma Cattinelli rifiuta tale
superficialità della parola; non ricorre mai a termini quali “padrone” o
“proprietario” in relazione agli animali, perché essi non possono essere
posseduti alla stregua di oggetti. Egli si ritiene un semplice, seppur vigile, accompagnatore
delle creature con le quali condivide parte del suo viaggio.
Ne
La vita è bella nonostante di V. Buttafava leggiamo: «Un
professore»…«toglie dalla cartella un grande foglio bianco con una piccola
macchia d’inchiostro nel mezzo. Rivolto agli studenti domanda: «Che cosa vedete
qui?». «Una macchia d’inchiostro», rispose qualcuno. «Bene», continua il
professore, «così sono gli uomini: vedono soltanto le macchie, anche le più
piccole, e non il grande e stupendo foglio bianco che è la vita»».
Si
dice anche che l’uomo, dinanzi a una foresta, spesso riesce a vedere l’insieme,
ma non i singoli alberi. Occorre addentrarsi in quel mondo, perché vengano
messi a fuoco i vari elementi, passo dopo passo. In modo analogo, nelle pagine
di questo libro compaiono molti cerchi riempiti con colori diversi: essi rappresentano
la varietà degli stati d’animo possibili, sul foglio di carta bianco. La paura
colora uno solo di questi cerchi ma, se si riesce a liberarsi dai timori, si
possono esplorare altre sfere, altre sensazioni, maturare ulteriori
consapevolezze, utilizzare potenziali sopiti, arricchire di significati
profondi persino i gesti più banali. E affrontare qualunque evento, gioioso o
drammatico, sino al limite estremo, ove la conoscenza non può che arrestarsi.
Dominata
la paura, concentrandosi su quanto si può ancora fare (o non fare),
l’interiorità ne esce rafforzata, mentre si consolida ulteriormente il legame
uomo-animale. Nel foglio bianco della vita può sconfinare l’intimo azzeramento,
premessa possibile per l’identificazione di un nuovo punto di partenza.
«Il
vero spreco, da sempre, non è delle cose. È della vita», ha scritto ancora
Buttafava, ne La fortuna di vivere. Occorre saper rispettare i ritmi
della vita e della morte, considerando proprio la morte come l’esperienza più
importante della vita. Come può l’uomo privare il suo migliore amico
dell’esperienza più importante, quella finale? Questo si chiede Stefano
Cattinelli.
L’eutanasia
non è una scelta obbligata. Va valutato il singolo caso, senza cadere in
pericolose generalizzazioni. Agghiaccianti le pagine in cui viene descritto
concretamente come la morte invade il corpo dell’animale, dopo l’anestesia, con
la “puntura” letale.
Se
l’animale si chiude in se stesso e rifiuta il cibo, è lecito fare ancora
qualche tentativo perché non si lasci morire, ma è fondamentale capire quando
l’accanimento terapeutico rischia di diventare l’estremo opposto e speculare
all’eutanasia.
Ascolta
il tuo cane!,
direbbe Jan Fennell: occorre lasciare la libertà di scegliere come morire a
chi ci ha dedicato tutta la sua esistenza, ponendola da subito nelle nostre
mani. E alle mani, organi privilegiati della comunicazione, viene dedicata una
parte del libro, al loro potere di trasmettere amore, calore.
Occorre
saper assecondare i ritmi naturali, anziché ostacolarli. Il cane o il gatto può
spegnersi pian piano come una candelina, o per vie più rapide. Ma non si può
mai scordare che l’eutanasia è una scelta che parte dall’uomo, non dal diretto
interessato, ovvero l’animale.
Il
livello di evoluzione spirituale raggiunto dalla singola persona trova riflesso
in ogni sua scelta, in particolare nel modo di affrontare il dolore e
l’emorragia del tempo che fugge. Il soggetto umano può porsi dinanzi
all’esperienza della morte del proprio cane o gatto con mente aperta, animo
sereno, dimostrandosi disposto ad accettare un cambiamento significativo nella
propria interiorità, ampliando la percezione di sé.
Per
approfondimenti sull’argomento, rinvio a: www.stefanocattinelli.it.
Il
dott. Cattinelli ha fondato la scuola di dinamica
emozionale uomo-animale-uomo, per indagare tematiche che interessano l’intero
arco della vita dell'animale, dalla nascita alla morte. Inoltre, da tempo
l’autore cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza
dell’adozione di cani anziani.
Dopo
questa lettura, per le vie più diverse, è possibile un accompagnamento
consapevole e responsabile, per non tradire il nostro cane o gatto proprio
nel momento in cui ha più bisogno di noi.
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