Il libro di legno
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A distanza di nove anni dalla pubblicazione del libro Yesterday, ritorna il giallista palermitano, ex giornalista de “ L’Ora”, attualmente in servizio alla Rai di Palermo. Se il primo era un romanzo di formazione, incentrato sulla figura di Pietro, alter ego dell’autore, che trovava cadaveri e bigliettini delle canzoni dei Beatles, in questo secondo romanzo dà vita d una struttura narrativa certamente piu’ complessa ed articola, sapientemente costruita, corale, di ampio respiro. Siamo a Palermo dove muore il professore Mirabella, uno stimato docente universitario lasciando, fra le altre cose, una biblioteca ricchissima di volumi: cinque mancano, forse prestati e il professore li aveva fatti sostituire con dei libri in legno , annotando i titoli, l’anno della stampa. Cristina, la figlia bella e attraente del professore, si rivolge ad un ex alunno del padre, il cinquantenne Enzo Baiamonte, single, un uomo modesto che per vivere fa il radiotecnico in una piccola bottega e , per arrotondare il salario svolge delle indagini, soprattutto su adulteri, per conto dell’avvocato Marziano. Un tipo preciso, meticoloso, che si aggira per Palermo a bordo di una Fiat Punto che porta spesso in officina, che frequenta poche persone, che non ha una storia sentimentale. Un uomo tranquillo, che si accontenta di piccole cose e Cristina che gli ricorda la soubrette Tiziana Pini, dallo stesso tanto amata, fa accettare l’incarico ad Enzo. di recuperare i cinque volumi. Da questo momento in poi, Costa , tramite Enzo, ci fa “entrare” in una Palermo molto diversa da quella descritta in Yesterday, analizzando un contesto socio- politico animato da personaggi senza scrupoli, desiderosi di potere e di successo che contrappone ad Enzo, un uomo, seppur bravo a scuola, che non ha auto fortuna, un uomo che non ha conosciuto il potere. Ma sarà proprio questo personaggio “anomalo” a scoprire una serie di meccanismi come il fatto che Cristina tradisce il marito con un uomo della malavita organizzata. Riesce a ritrovare l’ex compagno di scuola, l’ emergente Tanino Lo Manto, si imbatte nell’enigmatico padre Ringhio, scopre i rapporti che legano il suo avvocato Marziano ad ambienti politici non puliti, si trova ad essere invischiato in un gioco piu’ grande di lui. Una trama avvincente, molto articolata, ricca di situazioni e di personaggi egregiamente descritti dallo scrittore che ci regala un finale sorprendente. Enzo, troverà anche l’amore , ma non più l’amata Palermo, perché è diventato estraneo alla sua città, refrattario ai suoi luoghi, alle cattedrali e alle chiesette dei riti musicali , gastronomici e sessuali”. “ Era un pesce rosso, resistente, ma incapace di vivere in un’acqua con componenti chimiche diverse”, tranne che con gli amici al bar e/o a giocare a arte nel quartiere dell’Olivuzza “l’ultimo vero quartiere della Palermo del secolo scorso”. Enzo riuscirà a decifrare il mistero dei libri di legno e molto altro ancora e lo scrittore intende lanciare un messaggio di speranza, contro la mafia e i soprusi, subiti storicamente dai siciliani.