Ritorno a Torino dei signori Tornio
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Lautore di fortunati libri di successo, come “Tutti giù per terra,”“Il paese delle meraviglie”,tanto per citare solo due romanzi, esordisce come autore teatrale. Questo libro è una pièce con la quale lo descrive una città che conosce molto bene, Torino, dove vive e lavora, profondamente cambiata nel corso degli anni. La trama è semplice, ma efficace. Su un autobus fermo al capolinea, seduti dietro l’autista, siedono i signori Tornio che ritornano a Torino, anche se in realtà si scopre che non sono usciti di casa per paura di essere licenziati, dopo decenni. Una coppia di operai Fiat, mito di una Torino degli anni passati “ di quando si nasceva in Fiat, si viveva in Fiat e si moriva in Fiat” che trovano una realtà completamente mutata. A raccogliere lo stupore e il disagio della coppia nell’apprendere la metamorfosi subita dalla città è il tranviere, personaggio chiave all’interno del testo teatrale che li informa della morte dell’Avvocato, alla notizia i coniugi rispondono “ma, non è possibile, com’è che Torino c’é ancora senza di lui?), della costruzione del villaggio olimpico al posto dei mercati generali, la creazione di uno spazio fieristico nei terreni dell’ex Lingotto, l’apertura di un McDonald’s in un negozio storico di piazza Castello. I signori Tornio ascoltano i mutamenti che ha subito una città e che non comptendo. Ricordano la Torino degli scioperi, piena di immigrati del Sud in cerca di lavoro. Perplessità, stupore, smarrimento sono i sentimenti che provano, alle notizie del tranviere, i signori Tornio che non si identificano più in una città profondamente cambiata nel corso degli anni e, non a caso, quando l’autobus parte, la signora chiede al tranviere: “Dove ci porta?”. Culicchia esprime, in senso lato, lo smarrimento di una parte della società, non solo torinese,di fronte ai cambiamenti, alle novità, di fronte ad un futuro che non può più, a differenza del passato, offrire garanzie e valide certezze.