Storie ai minimi termini
Commenti (Frank Solitario è il più geniale scrittore vivente. Sbarca a fatica il lunario in quel di Roma dove, fra l’altro, ha lavorato come giornalista, rappresentante di opere d’arte, maestro di tennis e facchino nei sotterranei di un alimentari. Legge (a sproposito) Ellroy, Bukowski, Kafka, Dostoevskij e Calvino. Omofobo, maschilista, unico autore sinistroide amato dalla destra, membro della comunità artistica Buffoni Maledetti, tiene goliardici reading per l’Italia indossando un abnorme costume da coniglio antropomorfo. “Storie ai minimi termini” è il suo formidabile libro d’esordio: una raccolta di short stories surreali, corrosive, iconoclaste – a volte assurde – che si sprecano nel tempo di un attimo sciorinando senza pietà tragici messia del marketing pubblicitario, uomini proiettile innamorati, barboni violentati sotto Ponte Milvio, formaggi di capra ammuffiti, scemi di guerra che vagano nudi per la città, commessi che imballano tonnellate di panettoni, il bestiario (dis)umano della metropolitana capitolina, Johnny Dorelli contro Darby Crash, erezioni imbarazzanti, nonnine sclerotiche e uomini con in bocca (forse) delle caramelle. Perché l’universo di Frank Solitario è questo: finissima crusca letteraria data in pasto ai maiali.