è tardi, cazzo…
Commenti ((Antonio Benedetto - Giraldi Editore, 2004)
Mi capita in mano questo libro ed è la copertina che mi attira, una sveglia stilizzata che suona su di uno sfondo giallo e il titolo messo per traverso. I capitoli poi sono racconti che diventano parti di una stessa storia e hanno di buono soprattutto lo stile e il gergo utilizzato con cui narrano il quotidiano, la vita che ognuno conosce, le vittorie e sconfitte che ci riguardano. Il romanzo si legge bene e fa pensare. Non è poco, in tempi come questi. La storia di Reflex e dei suoi amici ci introduce in un’orgia di personaggi legati dal sottile filo conduttore del male di vivere. Le riflessioni dell’autore non sono mai scontate e il suo stile piano e colloquiale riesce a comunicare al lettore la difficoltà ad accettare il vuoto che c’è intorno. Davvero emblematico è l’episodio che racconta un colloquio di lavoro farsa, dove il protagonista pur di essere assunto risponde al suo intervistatore le cose che si vuol sentir dire. Molti lettori si riconosceranno in questa vita fatta di finzioni, perché mica tutti riescono a campare svolgendo un lavoro che farebbero anche gratis. Mi scuso con Lansdale per la citazione, ma qui ci stava davvero troppo bene.