L'Ombra del Cerro
Commenti (La scrittrice , dopo il successo del volume “Il giardino del luppolo”, ritorna alla narrativa con questo libro ambientato nei giorni decisivi prima della Liberazione. La storia si svolge nelle campagne dell’appennino tosco-romagnolo e la scrittrice è molto brava nel descrivere i paesaggi che fanno da sfondo al romanzo. Diverse le storie umane presenti, svariati i personaggi tratteggiati: Solidea che si innamora del partigiano Rinaldo e con il comandante delle SS Olaf Scharf Zoraide dà vita ad un secondo rapporto sentimentale e sessuale, forse per salvare Rinaldo, Zoraide, soprannominata Nadya che si innamora del partigiano “Il Passatore“, ucciso dai suoi stessi compagni partigiani, Ortensia che imbastisce una storia d’amore con il russo Sergej. Tre donne, come il Poggio dei “Tre Vescovi”, uno dei posti del romanzo, che avranno destini diversi. Nel libro non mancano altri personaggi come padre Fosco, don Alvaro, il conte Nello Gabiccini, il fratello Gerlando, una delle figure maggiormente riuscite, che “misura” con un bastone le donne dando loro i voti relativi alla loro bellezza. Un uomo apparentemente strano, ma che si fine pazzo per distribuire lettere ai partigiani. E’ un periodo difficile, si aspetta l’arrivo da parte degli alleati, ci si rifugia nella “Linea Gotica”, si diffida di tutto e di tutti, si ama e si odia con la stessa intensità, si vive, ma si muore con facilità. Non è un romanzo sulla Resistenza tout-court, perché la scrittrice pone l’attenzione sulle vicende personali e umane degli innumerevoli personaggi che animano il libro. Le vicende narrate si snodano nell’arco di un anno, autunno 1943, autunno 1944, ma quello che interessa alla Di Natale è offrirci non la Storia collettiva, ma personaggi veri, alle prese con problemi personali ed è molto brava nel caratterizzarli. Su tutti emerge la figura di Solidea, ”una lucertola che ti sguscia fra le mani”, una ragazza molto bella, sigaretta perennemente in bocca, occhi verdi, insofferente alle regole e alla disciplina, desiderosa di vivere , ma che avrà un futuro drammatico. Le donne rivestono, in questo libro, un ruolo molto importante, di fondamentale importanza per la loro vita e quella degli altri. L’Ombra del cerro è un romanzo corale, di ampio respiro e anche se è eccessivamente prolisso, con diverse storie imbastite che si intersecano magistralmente, non rende difficile la lettura del testo. La scrittrice non concede, per fortuna, spazio alla retorica, ma tratteggia delle scene altamente poetiche come, per citarne alcune, il desiderio di Nicola, uno dei ragazzi del collegio, di ritornare a scuola e, in senso lato, alla normalità e alla vita, Ortensia e Sergej che aspettano un figlio e decidono di chiamarlo “Libertà”, E’ un invito, questo dell’autrice, alla speranza, alla libertà, a non dimenticare il passato, a far propria l’esperienza per affrontare i problemi che ci presenta la nostra società. Un libro che ha ottenuto il premio “Grinzane Cavour” per la narrativa, un premio ampiamente meritato.