Nella città
Commenti ((Pietro Fratta - ARPANet)
Il conflitto fra la libertà dell’individuo e la società di cui fa parte: è questo il tema dell’ultimo romanzo di Pietro Fratta, giovane scrittore pesarese già distintosi al suo esordio con un volume di fantascienza “Le terre del Silenzio”.
Là dove tutto è perfetto, dove esistono regole precise che perpetuano il vivere tranquillo, non è tutto oro quello che riluce, perché scavando si scoprono ingranaggi torbidi che funzionano per tacito consenso affinché l’effigie di incorruttibilità della città perfetta non abbia mai a venir meno; il tutto è permeato da un sentimento di fratellanza, da una fede che mantiene il mosaico dei suoi abitanti in equilibrio, una sorta di setta di cui si fa parte, accettandone tutte le condizioni, o se ne viene esclusi, come esseri reietti.
Ma il protagonista, ai margini di questa società perfetta, rivendica il proprio desiderio di libertà, così che si perverrà alla rottura dei precari equilibri, con un epilogo sorprendente, che non voglio rivelare, per non togliere il piacere al lettore.
Nella città è quindi un romanzo particolarmente impegnativo, perché la tematica di questo eterno conflitto fra individuo e società è di per se stessa difficile, ma la narrazione essenziale procede per gradi così da interessare il lettore con progressività e, se l’astrazione di una città non identificabile può sembrare un limite, consente però a ognuno di ritrovare in questo luogo più di una somiglianza con la società di cui fa parte, un mondo chiuso in cui non c’è spazio per la libertà e per la verità.
E in fondo il protagonista, Davide Martino, altri non è che quella parte di noi che le convenzioni, il sistema hanno cacciato in fondo all’animo, è la nostra vera identità di uomini nati liberi e diventati volontariamente schiavi.
L’autore
Pietro Fratta nasce a Pesaro, ove tuttora vive, nel 1978. Ha esordito nel 2004 con il romanzo breve “Le terre del silenzio” edito da Delos Books; nel 2005 è stato dato alle stampe il suo secondo romanzo breve, edito da Prospettiva, “Chanoyu-La cerimonia del Tè”. Nel maggio, sempre del