Caffè Valeriana Vomito Sigaretta
Commenti ((Elisabetta Bilei - Edizioni Il Foglio)
"La mia è una storia dura e tagliente come un pezzo di vetro della bottiglia di birra che ho appena gettato a terra. È una storia, quella del 1998, che nessuno vorrebbe sentire. Ma tu l’ascolterai."
Una scrittura rotta, sincopata, dura, come cocci di bottiglia, vetro rotto per ferire e per ferirsi.
Amore e morte, amore e violenza. Un amore insano, malsano, espianto di un cuore che avviene giorno dopo giorno negli incontri sbagliati, nelle menzogne, quando si chiudono gli occhi agli evidenti segni della malattia e della catastrofe. Amori sbagliati, contro tempo, contro ogni logica, per gli amanti, le amiche, la figlia, il padre.
Un romanzo breve, che si legge in un’ora o poco più, il tempo di un caffè, una sigaretta per vomitare il disagio di un corpo e di un’anima che non trova una dimensione sullo sfondo di città fatta di frammenti di strade bagnate, incroci metropolitani, crocevia di sogni infranti.
Frammenti di emozioni e sensazioni, di incontri e percorsi, amori ossessivi, intrecci che attraversano la vita della protagonista, voce narrante. Una scrittura a pezzi, periodare brevissimo, frasi essenziali, per una storia che si ricompone pagina dopo pagina, come i cocci di vetro (immagine ricorrente nella vicenda) ridanno forma all’oggetto.
Morte a porre fine alla vita, silenzio a volte meno doloroso di molte parole taglienti. La confessione della ragazza è come un’operazione a cuore aperto reale e metaforica nell’intreccio narrativo che percorre il breve romanzo, che tocca i temi esistenziali della morte, della vita, dell’amore, del dolore, dell’amicizia, del rapporto uomo-donna tra la speranza e il masochismo di una folle ossessione autodistruttiva.
“Caffè Valeriana Vomito Sigaretta” è il primo romanzo della giovane autrice veneta Elisabetta Bilei.