Antichrista
(Amélie Nothomb - Voland)
Amélie Nothomb, nata nel 1967 in Giappone, ha condotto buona parte della sua esistenza a girovagare per il globo al seguito del padre, un diplomatico. E la sua vita, non tanto come dato autobiografico ma come approccio sensibile alle cose, è sempre presente in ciò che scrive come se fosse un dialogo che non riesce a spegnersi in una sola opera. Il rapporto difficile con il corpo, le ossessioni, l’ identità indefinita, la bellezza come fine e come inizio della fine: tutto questo mescolato a una padronanza incredibile di immagini e descrizioni.
"Antichrista" è un mostro a due teste: due sono le protagoniste, una ovviamente opposta e complementare all’altra, che si guardano, si "sbranano" e alla fine assumono una l’identità dell’altra.
Blanche è una ragazza timida, introversa, chiusa in una dimensione fatta di libri e riflessioni che non trovano sfogo nel mondo esterno. Un giorno a scuola le si avvicina Christa che, al contrario, è una ragazza ricca di vitalità e non ha nessun problema a farsi accettare dal mondo esterno. Blanche vede in questa ragazza la minuscola possibilità di una svolta nella sua vita che la porti a scrollarsi di dosso la sua aura di invisibilità. Ma a dispetto del nome, più che salvarla, Christa la condannerà a una chiusura sempre più sistematica in se stessa. Infatti da buona predatrice, prima in modo affabile poi in modo sempre più esplicito si infiltra nella vita dell’amica rubandole pian piano ogni spazio di vita fino anche l’affetto e la stima dei suoi stessi genitori. Questo infarcendo ogni suo approccio con menzogne che, coperte da un’apparenza cristallina e solare, non solo non vengono scoperte ma innalzate a modello a cui tutte le Blanche dovrebbero aspirare. Da parte sua Blanche inizia a coltivare una sorta di ossessione per questa ragazza così intimamente sporca, fintanto da non potere fare a meno lei stessa di trovare occasione per farsi umiliare, per avere l’ennesima prova lampante della sua inferiorità. Può essere masochismo o piuttosto necessità di vedersi con gli occhi impietosi di qualcun altro per avere la forza di cambiare, di trovare nuove energie.
Il rapporto tra Blanche e Christa è il conflitto tra interno ed sterno, tra viscerale e cerebrale, tra amor proprio e necessità di accettazione dall’esterno. Sono due anime destinate a entrare in conflitto non solo perché rispecchiano caratteri diversi ma perché una ha bisogno di comprendere e fare proprie le armi dell’altra.
L’amicizia, o presunta tale, finirà quando Blanche riuscirà a smascherare la rivale davanti ai suoi genitori e a metterla in ridicolo davanti all’università intera dimostrando un inedito coraggio. Ma la vittoria raramente è dolce e, in questo caso più che mai, dimostra di avere una faccia nascosta.
Se da una parte Blanche si libera infine dalla figura terribile e opprimente di una ragazza che della crudeltà sociale aveva fatto il suo tenore di vita, dall’ altra nell’ultimo atto di guardarsi allo specchio (per fare gli esercizi per il seno che l’amica gli aveva consigliato) si accorge di essere stata sconfitta. Un finale che lascia un sapore amaro, ma che rimane crudelmente reale nell’esprimere inevitabilità di piegarsi a un compromesso per provare a sopravvivere.