Danze Macabre - il cinema di Antonio Margheriti
Commenti ((Fabio Giovannini - Profondo Rosso)
Un libro che analizzasse tutto il cinema di Antonio Margheriti non era mai stato scritto e credo che solo un critico preparato e competente come Fabio Giovannini lo avrebbe potuto realizzare. Quando Margheriti è morto le reti di stato unificate hanno dedicato al più grande autore della fantascienza italiana solo tre minuti del loro tempo e nessuna retrospettiva. Ecco perché libri come Danze macabre sono fondamentali perché non si perda la memoria storica di chi grande è stato per davvero, pure se i media preferiscono commemorare personaggi di basso profilo come Castagna. Margheriti io l’ho conosciuto nel 2003 a Livorno durante un festival del cinema horror e mi ha incantato con la sua disponibilità da persona d’altri tempi. A quel festival proiettarono Danza macabra, uno stupendo horror gotico, Apocalypse domani, un horror metropolitano sui mostri che genera la guerra e i vecchi film di fantascienza che hanno lanciato il genere in Italia. Margheriti discusse a lungo insieme a Deodato sul ruolo del cinema fantastico in Italia, ricordò la loro collaborazione per Ursus il terrore dei Kirghisi e tante regie condivise. Pochi mesi dopo è morto.
Fabio Giovannini nel libro analizza la propensione verso il cinema fantastico di un regista che - seguendo la lezione di Mario Bava - ha saputo realizzare effetti speciali a basso costo. La carriera di Margheriti, che spesso si firmava Anthony Dawson, lo ha visto alle prese con tutti i generi: horror, thriller, western, peplum, erotico, commedie, polizieschi e soprattutto fantascienza, suo vero grande amore. Il libro è impreziosito da una filmografia completa e un buon apparato iconografico, alcune dichiarazioni inedite di Margheriti, una bella appendice di ricordi curata da Luigi Cozzi e un’intervista poco prima della morte realizzata da Lorenzo Letizia. Unico difetto un prezzo non proprio economico, ma il libro vale il sacrificio.