Smagliature
(Francesca Mazzucato - KULT Virtual Press)
Sono una meretrice o sono una camminatrice?, con questo affascinante interrogativo comincia l’e-book Smagliature, di Francesca Mazzucato, in una sorta di ambiguità tra la donna cercata per sesso e la donna in cerca di sesso.
Si tratta di 27 prose poetiche e erotiche vivaci e scorrevoli con numerose rime e allitterazioni, che avvicinano i testi più alla poesia che alla prosa.
Fin dalla prima prosa poetica (e erotica), Sono una meretrice, si intuisce l’andamento dell’e-book: una serie di istantanee che si confondono tra visione e realtà, immaginazione e corporeità, per una ricerca dell’erotismo in tutte le sue forme dalle più palesi alle più nascoste.
La prosa della Mazzucato è fortemente erotica, ma latente pare esserci qualcos’altro quasi un retrogusto di amarezza, che a volte emerge a sprazzi tra i leerstellen dell’erotismo narrato.
Il filo conduttore del libro è la smagliatura. Si va dalla classica calza smagliata alle smagliature del corpo che non regge i cambiamenti fino alle smagliature sentimentali, ma in alcune prose ho avuto l’impressione che l’inserimento di queste smagliature (cosce smagliate, seni smagliati, ecc.) sia un po’ forzato, cosa a mio avviso non necessaria visto che l’e-book, rimane compatto e coerente fino alla fine.
Nel brano La tragica ossessione, c’è la tormentata ricerca dell’amante abbandonante, in tutti gli individui che si incontrano: “Cerco le differenze masturbando le assenze/di compagni inventati…”, ma è una ricerca destinata a fallire e alla fine ci si accontenta di ricordare.
Si ripensa a ciò che poteva essere in Fuori giocano, dove il vociare giocoso di alcuni bambini, riporta alla mente l’aborto recente e il mal di vivere ad esso legato.
Senza stonare nel contesto anzi completando la visione a trecentosessanta gradi dell’autrice sul muliebre eros, i due componimenti Il tempo di migrare e Il peso dell’anima. Il tempo di migrare comincia con una bellissima citazione della scrittrice statunitense, di origine russo-francese, Anais Nin: “Il padre, unico e solo amore nell’onirico favoloso di un incesto desiderato”. Questo frammento denso di ricordi, immerso in un’atmosfera autunnale tratta del rapporto padre-figlia, con le inevitabili parole non dette. Protagonista specularmente ne Il peso dell’anima è la madre, e i conflitti (e a volte le rivalità) che si sviluppano con il divenir donna della propria figlia; una madre che in questo caso ha occhi solo per se stessa e per il suo lavoro e che considera la propria figlia la smagliatura della sua famiglia.
Immersi in un clima erotico-decadente, di irrequietezza nostalgica e di fervore compositivo, in quest’e-book c’è quasi un’aria di solidarietà femminile, ma non di femminismo.
Nel complesso le prose appaiono come capitoli senza numero e non numerabili di un romanzo che non è un romanzo. Mi accorgo solo adesso mentre sto scrivendo questa recensione che le vere smagliature sono le prose stesse, frammenti irregolari della dissertazione erotica di una sensibile autrice di talento. La sensibilità è in ogni donna, il talento di ricreare in letteratura la sensibilità femminile è di pochi. Un e-book da leggere tutto d’un fiato.