L'opera struggente di un formidabile genio

(Dave Eggers - Mondadori)
Il giovane Dave Eggers, salutato come la “next big thing” del panorama letterario d’ oltreoceano, con il suo primo libro offre una sorta di sghembo inno alla vita. O meglio alla necessità di vivere, sbranando il tempo e i luoghi nel tentativo di non rimanere immobile..
“L’ opera struggente di un formidabile genio” è la storia vera (ma se non lo fosse, avrebbe forse importanza?! ) di Eggers, che a soli ventidue anni perde nel giro di pochi mesi padre e madre e si trova a dover prendersi cura del piccolo Toph.
Pur essendo una storia oggettivamente tragica ogni tipo di patetismo o di facile sentimentalismo viene messo da parte per lasciar spazio alla descrizione iper-reale e surreale, divertita e divertente, delle piccole difficoltà nel trovare uno spazio di vita in cui avere la possibilità di cambiare tutto, sempre, di nuovo.
Sarebbe troppo facile e noioso cadere nella classica riflessione pseudo-sociologica su quanto sia traumatico entrare nel mondo adulto (soprattutto se il tuo passato ha già tracciato un destino “singolare” ) ma Eggers aggira l’ ostacolo dimostrando di essere in grado di descrivere il quotidiano e la tragedia con un’ inventiva che lascia spiazzato chi legge e ne mantiene costantemente acceso l’ interesse. Anche perché ogni tipo di regola “politically correct” viene stravolta per lasciar spazio a deliri, flash forward, flussi di (in)coscienza per descrivere al meglio una generazione persa in un continuo movimento spesso insensato.
In effetti leggendo bisogna mettere decisamente da parte l’ aspetto “sacrale” dell’ ispirazione artistica e lasciarsi un po’ travolgere dal ritmo incalzante dei pensieri e degli eventi che capitano al protagonista. Perché la genialità in Eggers non sta nel saper scrivere ma nel saper comunicare usando una serie di studiatissimi e sgangherati espedienti: un esempio sono tutte le pagine che fanno da introduzione al libro e che descrivono le vicende che lo hanno portato alla luce non solo dal punto di vista artistico ma anche da quello editoriale.
D’altra parte il libro nel suo essere sfacciatamente piacevole esprime in ogni pagina la necessità di dividere all’infinito i pezzi di vita di un ragazzo come tanti e che forse più di altri ha la necessità di urlare al mondo che esiste, che non vuole passare invano ma lasciare in qualche modo una traccia nella porzione di tempo in cui vive scrollandosi di dosso la maschera tragica che, fatalmente, si è ritrovato a dover indossare.